
Sofia Ricciardi, Notti stellate, 2020, acrilico, carboncino, pastelli a olio su tela, 47×56 cm
“Una notte di Natale, Clara fece a sua nipote un favoloso regalo: una scatola con tubetti di colori, pennelli, una piccola scala e l’autorizzazione a usare a suo piacimento la parete più grande della sua stanza. -Le servirà per sfogarsi- disse Clara quando vide Alba in equilibrio sulla scala per dipingere vicino al soffitto un treno pieno di animali. Col passare degli anni Alba andò riempendo quella e le altre pareti della sua camera da letto con un immenso affresco, in cui, tra una flora marziana e una fauna impossibile di bestie inventate, come quella che ricamava Rosa sulla sua tovaglia e Blanca cuoceva nel suo forno della ceramica, apparivano i desideri, i ricordi, le tristezze e le allegrie della sua infanzia.”
Isabel Allende, La casa degli spiriti, 1983
Siamo in Cile. Nel periodo che segnato dalla dittatura militare di Pinochet, poco prima degli anni Settanta. Alba è la figlia di Blanca, nonché nipote del senatore Esteban Trueba e di sua moglie Clara del Valle. Rosa è la sorella di Clara, morta giovanissima per un misterioso avvelenamento.
Tutte le donne della famiglia creano, Rosa si dedica alla raffinata tecnica del cucito, Blanca plasma strane creature in ceramica che prendono vita nel forno che ha nel cortile di casa. Alba la più giovane di tutte, si sbizzarrisce con tubetti di colore e pennelli.
Quelli descritti da Allende sono tutti personaggi femminili che entrano in contatto la parte creativa del loro essere e sembrano riuscire ad esteriorizzare le connessioni interiori della loro intima immaginazione. Un affresco familiare unico dove si mescolano, amore magia e mistero. Una presenza costante nel romanzo di Allende sono gli spiriti che cullano dolcemente la vita della famiglia Trueba. Blanca sa che la madre Clara è presente a metà nel mondo terreno, perché è molto impegnata ad ascoltare la voce degli spiriti. Alle domande molte volte non risponde, non perché non voglia, ma perché è assente. E’ connessa con una realtà distante dalla nostra.
Quante di queste storie raccontate da Allende possono essere reali ? esistono menti creative che riescono a percepire l’essenza profonda e primitiva dell’individuo umano ed i suoi stati emotivi ? Ebbene si, in una parola li definirei “Insider”, ovvero coloro che provano a tirare fuori il complesso affresco di emozioni che ci caratterizza.
Credo che un approccio di questo genere lo abbia l’artista Sofia Ricciardi (Pescara, 1985) nelle cui opere si intravede il sottile spiraglio di luce che ci guida verso l’essenza segreta delle cose, nella loro forma più intima e semplice.
Guardando le opere di Sofia, rimango sempre più convinta che anche lei abbia la sensibilità da “insider” simile a quella di Clara del Valle, la protagonista del romanzo di Allende. Una sensibilità innocente amante della forma semplice, libera dagli orpelli decorativi. Nelle sue opere ogni frammento di carta si dispiega verso una sfera irrazionale semplicemente misteriosa, che ci cattura per la sua autonoma spontaneità. La Ricciardi mi ha raccontato che durante le sue creazioni ascolta le musiche di Tommy Guerrero, anche qui, ritorna nel processo creativo un’arte difficile da fissare, dura solo per il momento del suo battito ritmico. Eppure la musica risulta essere importante per l’artista, l’aiuta a mantenere il ritmo creativo, in modo tale che ogni forma geometrica si alterni secondo un puzzle ordinatamente casuale.

Sofia Ricciardi, Party for little monsters, 2020, collage su carta, 12×21 cm

Sofia Ricciardi, Party for little monsters, 2020, collage su carta, 12×21 cm
La Ricciardi, quando abbandona l’astrazione, approda verso una pittura incantata e primitiva. Nei lavori ad acrilico e carboncino, quella realtà sospesa -che Alba affresca sui muri e che raffigura “desideri, i ricordi, le tristezze e le allegrie”- sono ancora più evidenti.
Ecco il nesso tra le opere di Sofia e le protagoniste del volume di Allende, sono tutte strettamente connesse alla vita intima dell’immaginazione secondaria. I carboncini sono come dei piccoli dialoghi interiori che avvengono in una piccola stanza o in uno scorcio di una notte stellata, gli individui che si guardano sono due, un cane, forse si tratta del caro Igor che partecipa da sempre alle creazioni di Sofia e una piccola figura rannicchiata che vive come un’ombra solitaria in cerca compagnia.

Sofia Ricciardi, Notti stellate, 2020, acrilico, carboncino, pastelli a olio su tela, 77x57cm

Sofia Ricciardi, Notti stellate, 2020, acrilico, carboncino, pastelli a olio su tela, 55×77 cm
Questi immagini primordiali sembrano ricordarci che per capire la nostra esistenza bisogna circondarsi dell’essenziale, in questo caso in particolare, il mistero dell’esistenza umana è focalizzato sul dualismo tra essere umano ed animale.
E’ raro trovare artisti che sappiamo raccontare il complesso sistema che ci caratterizza, ecco perché vi invito a guardare queste opere come un’apertura verso il nostro sistema emotivo. Solo così possiamo scoprire cosa abbiamo dentro e cosa ci mantiene in vita. Ripetiamo questo ultimo concetto come se fosse un mantra.

Sofia Ricciardi, Notti stellate, 2020, acrilico, carboncino, pastelli a olio su tela, 60×84 cm