“Sono le tre. Le tre è sempre tropo tardi o troppo presto per quello che si vuol fare. E’ una stramba ora del pomeriggio. Oggi è intollerabile. Rimango seduto, con le braccia penzoloni, oppure traccio qualche parola senza persuasione, sbadiglio, attendo che scenda la sera. Quando sarà buio, gli oggetti ed io usciremo dal limbo.”
Jean-Paul Sartre, La nausea, 1938
Mi piace perdermi nelle opere per vederci ciò che più mi piace vedere. Questo strano processo di assimilazione mi capita in maniera del tutto inconsapevole soprattutto quando mi trovo davanti ad un’opera non figurativa, scandita da forme geometriche e colori. Ah! in quel momento la mia fantasia si sbizzarrisce.
The Inner Smile dell’artista Grit Richter (1977, Dresda) riesce a farmi questo strano effetto. L’opera sembra in attesa di un compimento e di una rielaborazione, guardandola mi pare di sentire gli echi delle correnti dell’astrazione geometrica e del concretismo, che tendevano prediligere texture essenzialmente geometriche.
Alla lettura di quest’opera mi accorre in aiuto il principio dell’ambiguità della Gestalt psychology, secondo cui la lettura di una figura o di un pattern può essere duplice, dipendendone dalla nostra quotidiana modalità percettiva. Ecco, credo che l’ambiguità, diventi una delle chiavi di lettura delle opere della Richter. Da cui qui subentra anche l’importanza di chi guarda l’opera, che tende a completare la figura nel processo creativo.
Ma Inner smile – in italiano “Il sorriso interiore”- è forse il sorriso sarcastico di chi si annoia? La figura geometrica ha delle sottilissime mani. Forse si sta annoiando?. Mi pare questa forma sia uscita fuori dalle parole Sartre che racconta la noia come una tonalità affettiva che lo segue in qualsiasi cosa faccia. Il colore piattissimo, lavorato con la varichina ed organizzato in campiture, si sovrappone nello stretto spazio geometrico e disegna i lineamenti di una figura che rimane distillata in una inesplorata spazialità. Forse sono le tre del pomeriggio?

Grit Richter, The Inner Smile, 2019, olio e candeggina su denim, 130×105 cm Courtesy Grit Richter