Duane Hanson | Supermarket Lady

“Nel mio lavoro non impiego fotografie, perché sono bidimensionali e non voglio attenermi a un concetto visivo fisso e rigido. Faccio fare un calco direttamente sul corpo del soggetto, lo colo in fibra di vetro e resina e poi lo rielaboro e metto insieme.”

Duane Hanson

 

Concetto visivo fisso e rigido. Una nozione strettamente legata allo stimolo e collegata alla nostra possibilità di leggere e guardare il mondo contemporaneo.

Oggi la comunicazione raggiunge velocità e capienza inaspettata. Alcune volte ci lascia basiti, non ci aspettiamo di ricevere così tante informazioni in un solo momento e non abbiamo la possibilità di verificare la veridicità del messaggio che ci viene lanciato. Lo assimiliamo subito e siamo pronti a diffonderlo nuovamente. Se poi questo è un fake a noi interessa ben poco.

Un fake, esatto, qualsiasi cosa che viene mascherata per vera. L’arte di Duane Hanson (Minnesota, 1925 – Florida, 1996), scultrice americana nota per le sculture che ritraggono persone in situazioni domestiche, funziona pressappòco secondo questa logica.

Hanson non è attratta dalla bellezza iconica, abbandona lo scalpello e approda verso un iconismo realistico duro, esteticamente rozzo. Ritrae in maniera iperrealista nelle fattezze flaccide, amorfe e scomposte uomini in situazioni casalinghe. Con Hanson, si fa un balzo indietro nella piramide della bellezza accademica del “classicamente bello” per approdare nelle retrovie, dove la scultura si fa realistica ed ingombrante.

A primo impatto spiazza, è questo chiaramente l’obbiettivo delle opere di Hanson. Eppure credo che le sue opere siano un monumento pietoso all’uomo in generale, soprattutto alla classe media – in questo caso Americana – che vive situazioni sociali svantaggiate.

Supermarket Lady è una icona pop devota al consumismo dell’intera umanità addomesticata. L’opera ha una forte valenza Kitsch, è un oggetto di cattivo gusto, una sorta di surrogato dell’arte venuto alla luce per essere una rappresentazione di ciò che deprime l’attitudine estetica al bello. E’ un ritratto di una Lady, molto poco aggraziata, in cui tutti forse ci identifichiamo almeno una volta a settimana. La nostra Lady è in carne e spinge il carrello colmo di alimenti per inerzia, le serve praticamente tutto per  sopravvivere alla sua misera vita fatta di cicche di sigarette e bigodini incastrati in testa.

La durezza del suo realismo ci mette in difficoltà. Ci domandiamo se agli occhi altrui siamo veramente così, come dire, umanamente brutti?

Duane Hanson, Supermarket Lady, 1969, different materials, 166×65 cm

 

 

 

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